Ecco cosa pensa di Napoli e del MUSAP il sociologo Frédéric Miedzinski.

I pregi e i difetti di Napoli con la sua singolarità. Frédéric Miedzinski – Il Roma 27 maggio 2023

La si ama o la si odia a causa dei pregi o difetti che derivano dalla sua singolarità. A livello delle qualità: 
– La bellezza assoluta, sia dei luoghi sia dell’architettura: quasi un miracolo!
– La priorità che viene data alla vita, nonostante i problemi e le difficoltà: un’energia vitale!
– L’intelligenza individuale, piuttosto che l’obbedienza a un ordinamento: non si seguono le regole ma si pensa a se!
– Un profondo senso dei rapporti umani: un popolo accogliente e tollerante dove ci si sente più che altrove appartenere alla comunità umana!
– L’essere ad un passo dalla tragedia, che sottolinea la precarietà dell’esistenza: niente è dato per scontato, tutto può svanire all’improvviso!
A livello dei difetti:
– Il ripiego su se stessa, il provincialismo, l’isolamento dal mondo: il padre del grande scrittore Erri De Luca si sentiva straniero nel suo stesso Paese perché aveva studiato l’italiano da adulto.
– Un rapporto conflittuale tra le classi: politica, elevata, media e popolare: ogni classe pensa solo a se stessa invece del bene pubblico!
– Un immobilismo, un’incapacità di raggiungere scopi concreti: quasi tutte le azioni che vengono intraprese si concludono in un fallimento!
Avevo interrotto la mia rubrica settimanale perché non volevo affrontare argomenti su cui il mio punto di vista da straniero non avrebbe aggiunto nulla. Soggetti come il reddito di cittadinanza o la vittoria dello scudetto di cui altri parlano benissimo in questo giornale. E’ con grande piacere che ritorno da voi per parlarvi di una lodevole iniziativa ottimamente realizzata a Napoli.
Si tratta di Musap, Museo Artistico Politecnico, sito al secondo piano del magnifico palazzo Zapata a piazza Trieste e Trento.
“Riscopri Napoli”, dice il titolo del catalogo presentando il suo più bel dipinto illuminato da un raggio di luce. Il Musap svela la collezione delle opere d’arte della “Società Napoletana degli Artisti, ideata per sostenere l’arte e gli artisti napoletani della sensibilità sociale. Si possono ammirare 520 dipinti, 80 sculture e 5500 foto degli artisti migliori a testimonianza della vita e della sensibilità napoletana dal 1888 ad oggi. Oltre 25 magnifiche sale del palazzo e allo spettacolo che si vede dalle finestre: Piazza del Plebiscito, il Palazzo Reale, la basilica di San Francesco di Paola, la galleria Umberto I, il teatro San Carlo, via Toledo, il golfo, il Vesuvio. Un luogo magico nel cuore delle meraviglie di Napoli: uno scrigno che custodisce l’espressione artistica dell’anima della città. Inoltre, non siete voi ad andare verso il museo ma è il museo a venire verso di voi attraverso l’acronimo esposto sui balconi e la suggestiva entrata del Palazzo.
Le avevo già dato un’occhiata quando mi aggiravo per Napoli come un turista. Ieri ho semplicemente fatto un passo in più salendo la magnifica scalinata dell’androne per visitare il Museo. Sin dall’inizio della mostra, grandi orologi al muro che indicano gli orari di tutto il mondo, suggeriscono ai visitatori che Napoli non può essere ne bloccata ne i solata. Il Presidente della Fondazione, Adriano Gaito, annuncia senza complessi “l’obiettivo industriale” di questa realizzazione: “E’ un’Istituzione viva, capace e pronta a contribuire per un nuovo impulso al successo della nostra città. Il visitatore, rientrato nel suo Paese si tramuterà in un convinto promoter per parenti, amici e conterranei.” Esprime così (in italiano e in inglese) la vocazione universale di Napoli, e la sua ambizione a raggiungere obiettivi concreti invece di crogiolarsi nelle solite parole vuote delle promesse elettorali. Ribattezzando “Fondazione”, il Circolo ha reso accessibile questo tesoro al pubblico, piuttosto che riservarlo ai suoi soli membri. Attraverso quest’atto, Gaito, esprime la sua volontà di servire l’intera Comunità e non solo una ristretta casta gelosa dei suoi privilegi, come troppo spesso accade a Napoli. 5 euro per il biglietto d’ingresso e 10 euro per il catalogo, che è allo stesso tempo un libro d’arte e un libro di storia.
L’espressione della napoletanità attraverso il vettore universale dell’arte, e l’averla messa alla portata di tutti, ne amplifica il fascino e la comprensione “Urbi et Orbi”: “Identità, universalità e sociale”. Potrebbe essere il motto della Fondazione “Circolo Artistico Politecnico”. Personalmente non ho visto niente di più valido del MUSAP da quando abito qui! Lo sostengo senza riserve. 

In foto Lionello Balestrieri – Punta Campanella