Al festival di Cannes l’unico film italiano in concorso è Fuori di Mario Martone, che sarà nelle sale dal 22. La storia è quella di un momento di svolta nella vita della scrittrice Goliarda Sapienza: la sua rinascita dopo il carcere, l’amicizia e la solidarietà tra donne. Nessuna ulteriore indiscrezione è possibile prima di Cannes ma Martone a Napoli ha regalato al pubblico degli “Incontri sul dialetto”, progetto della Fondazione Campania dei Festival, oltre due ore di racconto sulla lingua dei suoi film e del suo teatro.
“Quando uscì L’amore molesto, con un successo inaspettato, spiega, il produttore torinese mi disse che il pubblico aveva difficoltà a comprendere alcuni passaggi e io risposi subito che non c’era problema a sottotitolare. Non bisogna mai edulcorare per farsi comprendere”.
Napoletano obliquo, si definisce, alludendo anche al percorso artistico partito da altro per poi riscoprire la città. Famiglia napoletana dei Quartieri Spagnoli da parte paterna, genovese da parte materna, il dialetto mai parlato in casa come in molte famiglie degli anni ’60, l’impatto con la sua forza attraverso le voci della strada, l’incontro fondamentale con Enzo Moscato.
Con spezzoni dei suoi film da L’amore molesto a Morte di un matematico napoletano, da Qui rido io a Il sindaco del rione Sanità si rivelano le molte lingue di Napoli. “Massimo Troisi, da tutti compreso, ci mostrò che si poteva. Il dialetto, o la lingua, si attacca al corpo. La lingua è corpo e attraverso la voce, i movimenti, tutto è comprensibile, molto più che discorsi in perfetto italiano ma distaccati dal corpo”